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I supermercati Coop diventano Tigre: per 800 lavoratori sarà una Pasqua di passione

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I supermercati Coop diventano Tigre: per 800 lavoratori sarà una Pasqua di passione
I supermercati Coop diventano Tigre: per 800 lavoratori sarà una Pasqua di passione

I sindacati chiedono un accordo quadro di passaggio per mantenere tutto il personale in forza alle stesse condizioni economiche e normative.

Il 17 aprile avverrà il passaggio del primo dei supermercati Coop, quelli della catena Distribuzione Roma controllata di Coop Alleanza 3.0, sotto l’insegna Tigre. Saranno in tutto 54 i punti vendita che dalla cooperativa verranno ceduti alla società Magazzini Gabrielli di Ascoli Piceno.

I supermercati Coop passano a Tigre

Un’operazione che coinvolgerà circa 800 lavoratrici e lavoratori che alla vigilia della spesa di Pasqua restano in attesa di sapere che cosa ne sarà del loro futuro. Di capire se tutti, nessuno escluso, saranno riassorbiti dal nuovo perimetro aziendale e come il cambio di contratto, da quello della cooperazione a quello della distribuzione moderna organizzata, peserà in termini economici, di garanzie e tutele. Il cambio di insegna non riguarderà invece i sette storici negozi a Roma (Largo Agosta, via Bettini, Via Franceschini, Via Laurentina, Colli Aniene, Ipercoop Euroma2, Ipercoop Casilino) di Unicoop Tirreno.

L’incontro verso la cessione

Ieri il primo incontro tra le organizzazioni sindacali Filcams, Fisascat e Uiltucs di Roma e Lazio con la Magazzini Gabrielli e Distribuzione Roma proprio sulla procedura di cessione dei punti vendita oggi a marchio Coop, domani Tigre.

“Durante l’incontro – fanno sapere i sindacati – sono state date garanzie solo per quanto riguarda il mantenimento di alcune delle condizioni retributive già maturate dai lavoratori, ma manca da parte dell’azienda la volontà di armonizzare la parte normativa che i dipendenti perderebbero nel passaggio dal contratto della cooperazione a quello di Federdistribuzione con conseguenze anche economiche. Magazzini Gabrielli e Distribuzione Roma intendono procedere velocemente, richiamando questioni formali che attengono all’iter della procedura e senza indicare le tempistiche con cui si produrranno gli effetti dei passaggi dei punti vendita anche a garanzia del mantenimento delle condizioni individuali e collettive dei lavoratori”.

La richiesta di accordo dei sindacati

Da qui la richiesta dei sindacati per la definizione di un accordo quadro di passaggio tra le due aziende per tutte le 54 unità produttive: un impegno a mantenere all’attivo tutto il personale in forza alle stesse condizioni economiche e normative attraverso l’armonizzazione tra i due contratti nazionali. “Vogliamo un accordo che porti ai lavoratori continuità occupazionale e che l’azienda si impegni a fare impresa e investimenti a lungo termine nella regione Lazio.

Questo – sottolineano Filcams, Fisascat e Uiltucs – potrà accadere solo se tutti i dipendenti saranno assunti in forma diretta e senza essere successivamente ceduti in franchising in assenza di garanzie certe dal punto di vista economico e normativo”. Il prossimo incontro è già stato programmato per martedì 11 aprile.

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