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Omicidio Colleferro, la testimonianza choc

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Ho un vivido ricordo di un paio di loro, non ricordo bene chi, che addirittura saltavano sul corpo di Willy steso e già in lacrime“. E’ solo una parte della testimonianza choc che Samuele, amico di Willy Monteiro Duarte e ferito durante quella tragica notte in cui si è consumato l’omicidio, ha fornito agli inquirenti raccontando i momenti drammatici in qui è avvenuto il pestaggio.

Una brutale aggressione. Violenta. E’ così che viene descritta la scena nell’ordinanza che ha decretato l’arresto di Gabriele e Marco Bianchi, Mario Pincarelli e Francesco Belleggia, accusati a vario titolo della morte del 21enne di origini capoverdiane Willy Monteiro Duarte.

L’aggressione a Willy e l’arresto dei 4 ragazzi di Artena

La ricostruzione fatta dai carabinieri, unita al racconto dei testimoni, ritenuti credibili, e alle parole scritte nero su bianco del Gip Giuseppe Boccarrato hanno permesso di determinare quanto successo sia nei minuti del pestaggio e anche nell’antefatto. Sul posto, intorno alle 3:30 del mattino del 6 settembre era giunto il comandante della stazione dei carabinieri di Colleferro perché allertato dalle urla proveniente dai giardini comunali.

Qui, disteso e privo di sensi, ha visto Willy Monteiro Duarte con una persona che gli stava praticando il massaggio cardiaco. E così, mentre il 21enne italo-capoverdiano arriverà in ospedale poco dopo già privo di vita, i carabinieri, grazie ad una fotografia scattata da uno dei presenti, sono riusciti subito ad individuare il gruppo dei ragazzi, che avevano già raggiunto Artena, per poi arrestarli alle 4:20 del mattino.

Uno di loro, Gabriele Bianchi, “indossava una camicia nera con un’asola strappata”, si legge. Qui i fatti che, fino ad ora, erano già noti. L’ordinanza di arresto, tuttavia, racconta nel dettaglio quanto visto in prima persona dagli amici di Willy da chi, con lui, non si aspettava quel brutale e violento attacco.

“Aggrediti mentre stavamo tornando in macchina”

L’amico che ha condiviso con Willy gli ultimi attimi della sua vita, racconta: “Alle 3 del mattino volevamo rientrare a Paliano. Willy, mentre stavamo tornando verso la macchina, ha visto un suo vecchio compagno di scuola, che ha chiamato Federico, discutere animatamente con un ragazzo che non conosco. Willy si è avvicinato, gli ha chiesto se aveva bisogno di aiuto. Io, invece, ho detto al mio amico di andare via e così abbiamo fatto“.

Mentre stavano per raggiungere la Fiat Punto del 21enne però è iniziato il putiferio. “Siamo stati aggrediti da due dei ragazzi che stavano litigando con Federico. Ricordo nitidamente l’immagine di Willy circondato da 4-5 ragazzi. Lo hanno colpito violentemente con calci e pugni. Il mio istinto di protezione mi ha permesso di frappormi, facendo da scudo, urlando agli aggressori che io e Willy non c’entravamo nulla con la discussione precedente“. Richieste, però, finite nel vuoto.

“Saltavano sul corpo di Willy steso e già in lacrime”

Anche io sono stato preso a calci e pugni. Non so quantificare il tempo dell’aggressione ma posso certificare che la violenza dei colpi era inaudita“. Emanuele, nella sua testimonianza, descrive anche due aggressori: “Uno aveva la camicia bianca e il tatuaggio di una lacrima sotto l’occhio, e altri tatuaggi (riconducibile a Mario Pincarelli da rilievo fotografico ndr), l’altro aveva l’avambraccio ingessato (riconducibile a Francesco Belleggia ndr). Ricordo anche altri tre ragazzi, uno con una polo verde con capelli corti (riconducibile a Marco Bianchi da rilievo fotografico ndr), l’altro con un vistoso tatuaggio sul collo. Il terzo non lo ricordo. Tutti sferravano colpi violenti contro me e Willy. – quindi la parte più cruda – Ho un vivido ricordo di un paio di loro, non ricordo bene chi, che addirittura saltavano sul corpo di Willy steso e già in lacrime“.

Fonte: RomaToday