“Voi non sapete chi sono io. Lasciate perdere che è meglio. Conosco il capo della Polizia e pure i ministri. Ora chiamo Salvini”. Avrebbe reagito così, bloccato dagli agenti della squadra volante della questura di Latina, Antonio Giorgione, 66 anni, dipendente civile del Ministero dell’interno, arrestato con le accuse di violazione di domicilio, minacce e lesioni personali. In base a quanto ricostruito dagli investigatori, il 66enne, proprietario di un appartamento alla periferia del capoluogo pontino, precisamente a Latina Scalo, concesso in locazione a una 21enne e al padre di quest’ultima, la scorsa settimana ha fatto irruzione nella casa insieme alla compagna, una 61enne di nazionalità ucraina.
Il padre della ragazza è rimasto senza lavoro e i due erano in ritardo con il pagamento dell’affitto. La 21enne, svegliata dal rumore della porta che si apriva, si sarebbe trovata davanti Giorgione che, armato di un manganello, ha iniziato a colpirla spalleggiato dalla compagna. Inoltre i due si sono impossessati del telefono cellulare della ragazza e l’hanno trascinata per i capelli sul pianerottolo, fuori dall’appartamento. Le grida della giovane hanno destato l’attenzione dei vicini, che hanno chiamato il 113.
All’arrivo della squadra volante, la coppia era chiusa nell’abitazione e il 66enne ha minacciato e tentato di aggredire i poliziotti. Il gip Giuseppe Cario, interrogati Giorgione e la compagna, ha convalidato l’arresto dei due e disposto per loro la misura della custodia cautelare in carcere. Il 66enne lavora come commesso al Viminale, nella segreteria del ministro Luciana Lamorgese, e svolgeva la stessa attività quando ministro dell’interno era Matteo Salvini, da lì probabilmente quella minaccia ai poliziotti, probabilmente una millanteria, di chiamare l’esponente della Lega.
Fonte: Roma la Repubblica.it