Da due giorni don Luigi Bergamin, parroco di Castel di Guido (un centro abitato situato nella periferia occidentale di Roma) sta portando avanti lo sciopero della fame per contestare il provvedimento della Diocesi, che lo ha invitato (per ora solo verbalmente) ad allontanarsi a causa delle (presunte) molestie sessuali nei confronti di alcune fedeli.
Il parroco si difende
L’accusa principale che si muove al parroco di Castel di Guido è di aver inoltrato delle avances ad una donna mentre questa si confessava. Il sacerdote si difende invece asserendo che si tratta di una calunnia messa in scena da alcune persone (amici di parrocchiani) che vogliono appropriarsi di alcuni terreni nei pressi della Chiesa. “Siccome io ho bloccato tutto quando sono arrivato, sono puntualmente arrivate le accuse (infondate) di molestie sessuali”, ha dichiarato don Luigi. Il sacerdote, che regge la parrocchia di Castel di Guido da cinque anni, è stato sempre molto apprezzato dai fedeli per il suo operato. Le accuse risalgono a circa due anni fa, ma il parroco insiste nel dire che non conosce assolutamente gli accusatori. Tra l’altro, sono arrivate nei suoi confronti altre accuse scritte da parte di donne che non ha mai visto in vita sua.
Cosa pensano i parrocchiani
La maggior parte dei fedeli appartenenti alla piccola comunità di Castel di Guido non crede alle accuse mosse nei confronti di don Luigi. Anzi, il sacerdote viene descritto come una persona seria ed integra, e forse proprio per questo si è pensato di colpirlo vilmente alle spalle. “Non lo lasceremo solo”, dicono i fedeli, pronti a schierarsi in difesa della loro guida spirituale. Dal canto suo, don Luigi non è disposto a tollerare questa ingiustizia e per questo ha deciso di far conoscere a Papa Francesco la sua vicenda.