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La scuola di quartiere si prepara ad accogliere i bimbi ucraini.

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Restituire ai bimbi la possibilità di trascorrere sereni qualche ora della giornata, aiutati da psicologi e professionisti vari che lo stesso territorio sta mettendo a disposizione. La scuola paritaria San Giuseppe Casaletto, nel quartiere Monteverde, si prepara ad accogliere i piccoli ucraini in fuga dalla guerra. A Roma sono attese migliaia di profughi, e oltre al vitto e all’alloggio, ovviamente fondamentali per una prima accoglienza, c’è chi sta pensando anche a come alleviare il tempo che i bambini trascorreranno lontano da casa. “Vogliamo provare a fare la nostra parte – racconta a RomaToday la preside dell’istituto Emanuela Corrao, organizzatrice dell’intera macchina di aiuti insieme alla direttrice Barbara Subrizi – siamo in contatto con la chiesa di Santa Sofia e con la task force comunale, ci manderanno presto i bimbi”.

Il numero non è ancora stimato, ma si tratterà per lo più di chi verrà affidato a famiglie della zona. L’idea è quella di impegnarli con attività sia ludiche che scolastiche. Disegni, animazione, letture, optando per le più per giochi all’aperto, o sfruttando gli spazi della sala mensa, rimasta inutilizzata causa covid-19. “Non è ancora possibile definire nel dettaglio come verranno intrattenuti i bimbi, dobbiamo capire una volta che saranno qui le loro condizioni psicologiche e i loro bisogni. Ci piacerebbe poter fornire una qualche forma di continuità didattica”.

Ad aiutare gli insegnanti nella comunicazione penserà una maestra delle elementari dell’istituto, ucraina, che a sua volta solleciterà a partecipare i suoi contatti della comunità. “Darà una mano con la lingua, non sappiamo se i bambini parlino o meno un po’ di inglese”. A curare gli aspetti emotivi, non certo secondari in bambini che si lasciano gli orrori della guerra alle spalle, ci saranno psicologi dell’età evolutiva già presenti normalmente nella scuola. E poi dal territorio c’è chi si sta mettendo spontaneamente a disposizione. “Pensi che ci ha chiamato un odontoiatra – racconta la preside – dicendo che può intervenire gratuitamente in caso di necessità”. Professionisti e famiglie, tante, che telefonano alla scuola per sapere come fare per accogliere un bimbo nella propria casa.

Una rete solidale che vede protagonisti gli stessi alunni del San Giuseppe. “Mi ha davvero sorpresa sia i bambini che gli studenti del liceo non fanno che chiedermi quando arriveranno – sottolinea la preside con una punta d’orgoglio – sono felici di poter aiutare”. Un macchina del soccorso partita del basso che a Roma è in grande attività da giorni. Ci sono il mondo dell’associazionismo con le continue raccolte di beni di prima necessità da inviare in Ucraina (nei prossimi giorni partirà un tir da 20 metri carico di provviste), la task force del Comune di Roma, coordinata dall’assessora alle Politiche sociali Barbara Funari, la Prefettura con l’unità di crisi attivata e gli avvisi pubblici per reperire enti a cui affidare il servizio di accoglienza.

Fonte: RomaToday

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