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Test insegnanti di sostegno, UniCamillus va avanti con la prova nonostante gli esposti: “Faremo ricorso al Tar”

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Il 10 novembre i 599 “geni” che hanno superato (con riserva) la preselettiva, sono stati convocati all’Ergife Hotel. Il comitato degli esclusi: “Ennesima vergogna”.

Il concorso, indetto da UniCamillus, per accedere al tirocinio formativo per insegnanti di sostegno nella scuola secondaria di secondo grado andrà avanti nonostante denunce ed esposti.

Sul suo sito ufficiale, infatti, l’ateneo privato di via Sant’Alessandro ha annunciato data, luogo e orari (il 10 novembre alle 8.30 in via Aurelia 619) della prova scritta alla quale potranno prendere parte i 599 che hanno ottenuto 30/30 alla prova preselettiva del 30 settembre. Un’anomalia statistica che ha lasciato basiti i partecipanti esclusi e ha spinto non solo l’ateneo, ma anche Selexi (l’azienda che si occupa di realizzare le prove) e i candidati a rivolgersi alla Procura della Repubblica per vederci chiaro.

“Non sono bastati centinaia di esposti presentati dai candidati esclusi alla Procura della Repubblica – le parole del comitato dei candidati esclusi – . Non sono servite le centinaia di mail inviate al Ministro Bianchi e alla Ministra Messa per denunciare questo scandalo. I ricorsi al TAR procedono, eppure, in barba a tutto, anche al loro stesso esposto, l’Università Unicamillus ha deciso di proseguire con le prove di accesso. Il sistema dell’istruzione italiana con questa vicenda ha toccato uno dei punti più bassi della sua Storia”.

L’avvocato Mancuso: “Ricorso al Tar necessario”

Per saperne di più, Roma Today ha interpellato l’avvocato Bartolo Mancuso che, insieme alla collega Aurora Donato sta ricevendo il mandato per presentare ricorso al Tar: “Nei giorni scorsi, la prima cosa che abbiamo fatto – spiega il legale – è stata quella di presentare una richiesta di accesso agli atti per ricevere la documentazione sulla nomina dei membri della commissione, quella sui criteri di trasmissione dei compiti e sulla loro segretezza. E’ un passo che precede sempre la presentazione del ricorso al tribunale amministrativo, ma non escluso che, data l’urgenza del caso, si proceda anche prima di ricevere gli atti”. La convocazione della prova scritta da parte dell’ateneo privato non pregiudica il ricorso. “Non cambia nulla – continua Mancuso – , siamo di fronte a un’anomalia pacifica condivisa anche dall’università e dalla società che ha predisposto le prove. Occorre valutare se c’è una illegittima gestione delle prove che ha provocato questa anomalia, io credo che i candidati abbiano diritto a conoscere la verità e che sia fatta chiarezza al più presto. Una prova preselettiva non serve a individuare le eccellenze, ma innanzitutto a garantire un ragionevole numero di partecipanti e poi anche un diritto alla partecipazione. E’ evidente che qualcosa non ha funzionato”.

Fonte: RomaToday