Roma a rischio “overtourism“. A lanciare l’allarme è stato di recente Unwto, l’agenzia Onu di riferimento, che ha previsto nel 2030 un flusso di turisti che potrebbe superare gli 1,8 miliardi. Secondo una recente stima, annualmente si riversano come un fiume in piena nella metropoli capitolina circa 15, 2 milioni di turisti.
Più turisti, maggiori disagi
L’offerta turistica a Roma è assai variegata, ce n’è davvero per tutti i gusti: dai monumenti suggestivi allo shopping per il centro, agli eventi, ai ristoranti e locali di lusso e quelli di tradizione.
Sono cifre esorbitanti, in effetti, soprattutto se si considerano i disagi legati ad un sovraffollamento costante della città. Per citarne solo qualcuno: code per accesso ai servizi (banche, agenzie postali), bus turistici che rallentano la circolazione stradale, traffico rallentato, bed & breakfast e pensioni sempre pieni.
Cambiamento radicale e limitazioni
Le città a rischio “overtourism” come appunto Roma dovrebbero impegnarsi sin d’ora e in maniera costante ad eliminare le criticità e programmare un cambiamento radicale. E’ auspicabile che le amministrazioni locali coinvolte lavorino in sinergia con investitori, imprenditori, titolari di attività commerciali e legislatori al fine di intervenire sulle criticità in modo corretto e coordinato.
Gli italiani, però, pur rendendosi conto dei disagi legati al sovraffollamento turistico, sono poco inclini ad accettare limiti. Solo il 42% di essi si è pronunciato favorevole all’imposizione di nuove regole e limitazioni da parte delle amministrazioni locali.
Parola d’ordine: destagionalizzare
La gestione dei flussi turistici va affrontata nella maniera più giusta, alimentando e favorendo nuovi metodi di turismo sostenibile e responsabile. Tra le soluzioni più efficaci al vaglio dei tecnici ed esperti vi è la destagionalizzazione, che sta prendendo piede in altri paesi europei con successo.