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Roma: Caffè Greco, arriva lo sfratto esecutivo il 22 Ottobre

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Il Caffè Greco rischia di chiudere i battenti. I 36 addetti dello storico locale romano rischiano il licenziamento. Il 22 Ottobre prossimo è infatti previsto lo sfratto esecutivo dei locali.

Un po’ di storia

Il Caffè Greco, ubicato nella storica Via Condotti, è stato fondato nel 1700. L’immobile, le cui sale conservano più di 300 opere d’arte, appartiene all’Ospedale Israelitico di Roma. Nello storico locale si sono avvicendati intellettuali ed artisti come il filosofo Schopenauer, lo scrittore Silvio Pellico, Gioacchino Pecci (che diventò poi Pontefice). Dopo la conclusione del contratto, avvenuta nel 2017, è sorta una controversia tra l’Ospedale (che di fatto è proprietario del locale) e gli attuali gestori. L’ente ospedaliero, non trovando un accordo economico in linea con il valore di mercato, ha avviato già da due anni la procedura di rilascio del locale.

Mobilitazione collettiva contro la chiusura

Il Caffè Greco aprirà regolarmente anche il prossimo 22 Ottobre, giorno in cui è previsto lo sfratto esecutivo. Flavia Iozzi, che gestisce il locale, ha dichiarato che non vi è alcuna urgenza, e non si capisce dunque per quale motivo arrivare allo sfratto con l’ausilio delle forze dell’ordine. Politicamente, sia destra che sinistra sono unite nel non volere la chiusura del Caffè Greco.

Come asserisce il capogruppo della Lega in Campidoglio, Maurizio Politi: “Per le strade di Roma si è fatta la storia, e una delle realtà  più belle oggi corre il serio rischio di essere cancellata. Purtroppo dopo una lunga vicenda giudiziaria si vuole sfrattarlo per finita locazione. Non possiamo accettare che un luogo che ormai rappresenta l’identità culturale della collettività possa essere trattato come un semplice esercizio commerciale, aldilà delle questioni giuridiche, occorre salvaguardare l’esistenza del Caffè Greco magari attraverso uno stringente vincolo di tutela storica, finalizzato a lasciare alle generazioni future una viva testimonianza storica e uno spunto per reinventare il futuro. Perpetrare questo scempio artistico sarebbe l’ennesima umiliazione inflitta alla nostra gloriosa Capitale.”